Home League of Legends Guide Tips & Tricks #4: la Mentalità di un Campione BY PINOCRODINO

Tips & Tricks #4: la Mentalità di un Campione BY PINOCRODINO

Dall’alto dell’olimpo del Challenger, spesso ci viene istintivo pensare che quei campioni che hanno raggiunto l’eccellenza in League of Legends lo abbiamo fatto grazie a chissà quali doti genetiche innate che garantiscono loro una padronanza assoluta delle meccaniche di gioco. Quella che viene spesso sottovalutata però, e che ha un valore assai più grande, è la sfera emotiva ed intellettiva. Campioni non si nasce, si diventa, dopo anni di allenamento e la giusta attitudine. E per raggiungere ciò, è necessario riconoscere ed allenare quella che è la giusta predisposizione mentale.
Vediamo quindi quali sono quelle caratteristiche mentali che costituiscono un campione, e analizzare come migliorare la nostra psiche.

PASSIONE

Alla base di tutto deve esserci un amore assoluto e costante per il gioco, e per la competizione in generale. Passione, o per meglio dire, ossessione: un campione deve pensare al gioco in ogni momento della giornata, deve informarsi sui forum e dialogare con gli esperti, deve studiare ogni singolo champion ed ogni singola build, e deve seguire dei modelli da cui trarre ispirazione, sia attraverso streaming di giocatori di altissimo elo che seguendo le partite della scena professionale. E’ assai comune per un campione perdersi nei propri pensieri durante la giornata, analizzando le partite che ha giocato recentemente e valutando ogni sua mossa, arrivando perfino a sognare LoL nel sonno. Così come in ogni altro aspetto della vita, la passione ci permette di superare gran parte degli ostacoli e delle barriere mentali dell’apprendimento, raggiungendo grandi risultati senza sforzo apparente. E se è certamente vero che la passione è dettata dall’inconscio, ciò non toglie che si tratti a tutti gli effetti di un’abilità riconoscibile ed allenabile; un trucco efficace è seguire youtuber e streamer dalla forte individualità, recependo da loro non tanto l’abilità tecnica e strategica, ma quanto più la passione per il gioco attraverso l’intrattenimento.

SELF-AWARESESS ed UMILTA

Un errore tipico di chi è bloccato nelle divisioni più basse è quello dello scaricabarile: “Abbiamo perso per colpa del jungler che non ha mai gankato” “Il mio support è inutile, ho giocato 1v2” “ho gankato e il toplaner non mi ha seguito, gioco con dei senzamani”. Certo, sicuramente ti troverai a giocare con dei compagni di squadra dalla performance scadente, e ci saranno game senza speranza già dai primi 10 minuti di gioco. Ma per fare il salto di qualità, occorre effettuare uno shift di mentalità.
Magari il tuo compagno di team di ha baitato in una situazione estremamente rischiosa e senza senso; ma forse allora l’errore non è stato anche tuo che ti sei fatto baitare? Bisogna capire che i 9 compagni di gioco con cui ci troviamo a giocare sono delle variabili. E in quanto variabili, la loro performance sarà sempre altalenante e instabile. L’unica costante siamo noi stessi, e come noi ci interfacciamo con il resto dei player. Un campione in questo caso si riconosce da due cose: il saper adattare il proprio gameplay a seconda della performance degli altri player, e il saper riconoscere ogni proprio errore lasciando perdere ogni qual tipo di giudizio sul prossimo. Per ottenere ciò, è sufficiente nel primo caso continuare a premere tab per tenere sott’occhio score, farm e itemizzazione dei compagni di squadra e degli avversari, prevedendo quindi già a priori la loro performance nel resto della partita; nel secondo caso, invece, tutto si riduce nella comunicazione: un semplice “mb” invece di “f*ck you motherf*cker” non solo è sinonimo di maturità e coscienza di sé stessi, ma allo stesso tempo migliora il clima di gioco e di conseguenza le chance di vittoria.

DISPREZZO DI GIOCO

Oltre a riconoscere i propri errori, è necessario porre in essi il giusto peso psicologico. Un campione prova il massimo ribrezzo verso i propri sbagli, e si sforza costantemente per non ripeterli mai più. Una persona bloccata ad elo basso o intermedio, al contrario, considera gli errori come un qualcosa di bassa importanza, e impara poco o nulla dalle sconfitte. Salire di divisione è possibile solo quando ad ogni morte o sconfitta subentrano emozioni negative come la rabbia e la vergogna; quando si riesce a trasporre l’identità del proprio ego nella performance di gioco, si riesce a trasformare ogni errore in una sorta di affronto verso sé stessi, e si è in grado quindi di dare enorme slancio al proprio percorso di crescita. Bisogna essere in grado di scindere sé stessi dal giocare solo per il puro divertimento, abbracciando mentalmente l’idea di giocare per competere e per vincere. Per aiutarsi in questo compito, è molto utile tenere un “diario d’allenamento”: ad ogni morte, segnati su un blocco note l’errore che ti ha portato a morire; già dopo pochi game, saprai identificare quelli che sono gli errori più comuni, svilupperai tutta una serie di emozioni negative verso di essi, e queste emozioni negative si trasformeranno nel medium per migliorarsi. E’ necessario capire che la via per l’eccellenza è fatta di sacrificio e sofferenza, sia che si perda (perché si è commesso una serie di errori imperdonabili), sia che si vinca (perché una vittoria offre pochissimi spunti di crescita).

EFFICACIA

E’ capitato a chiunque di giocare tanto per fare. In inglese si dice “playing in autopilot”; uno status mentale, ovvero, fatto di reattività e non di proattività, di risposta passiva agli stimoli e non di imposizione attiva e volontaria. Giocare in autopilot è estremamente deleterio, non solo perché si tratta a tutti gli effetti di uno spreco di tempo in cui non si impara nulla, ma in più è un momento in cui tipicamente si sviluppano molte cattive abitudini mentali e psicomotorie che rischiano di diventare istintive nelle partite successive. Molti disprezzano quei giocatori che “tryhardano”, che danno il massimo anche nelle normal, considerandoli dei giocatori di second’ordine che hanno bisogno di dimostrare chissà cosa. Nulla di più sbagliato; un campione non vede il try-hard come un qualcosa da fare ogni tanto nelle partite classificate, ma al contrario come una forma mentis costante, un modo per sfruttare ogni singolo minuto di gioco per espandere ed abbattere i propri limiti personali. Espandere le proprie capacità richiede sudore e fatica; così come nell’allenamento fisico bisogna sforzare i muscoli fino ad arrivare a produrre acido lattico per poterne incrementare la massa, allo stesso modo negli eSport bisogna far lavorare il cervello ed impegnarsi attivamente per acquisire reattività e imparare nuove tecniche. Quando il tryharding diventerà non più l’eccezione ma la normalità, potrai migliorare notevolmente e scalare le divisioni.

COSTANZA

Un campione gioca sempre, a prescindere dalla vita personale, dalla sfera emotiva e dalla salute fisica. Questo è forse il punto più controverso: molti ritengono che, se tiltati o in losing-streak, sia ottimale fare una pausa e allontanarsi dal gioco prima di fare danni ulteriori. Se da un lato ciò è sicuramente corretto nell’immediato, nel lungo periodo si rivela deleterio. Un campione non cerca di lottare o fuggire dal tilting e dalle emozioni negative, ma al contrario le abbraccia attivamente cercando di integrarle nella sua persona. Per ricercare una vera crescita come atleta competitivo, bisogna riuscire a slegarsi da qualsiasi ragionamento di elo e divisioni, di giornate sì e giornate no, e giocare quanto più possibile, pensando esclusivamente alla propria crescita mentale. Facendo ciò, tilting ed emozioni negative cominceranno a diventare familiari, ne conosceremo il motivo ed il significato, e sapremo giocare al massimo delle nostre potenzialità a prescindere da esse. Per aiutarsi in questo compito è molto utile fare delle sessioni di meditazione “mindfulness” con regolarità. Puoi iniziare con video come questo: http://bit.ly/2g3p0Uc
La mindfulness ci aiuta dapprima a riconoscere e poi ad allenare quel “muscolo mentale” che riguarda il focus d’attenzione volontario; quando avrai acquisito padronanza con questo muscolo, sarai in grado di utilizzarlo anche nel bel mezzo del tilting più feroce, e riuscirai quindi ad estraniarti dalla tua sfera emotiva e giocare al massimo delle tue potenzialità a prescindere da essa.

 

AUTORE

Mi chiamo Alberto Gusi, sono nato il 12 febbraio 1995 a Bassano del Grappa, Vicenza.
Ho studiato al Liceo Scientifico, ed ho due diplomi di Ingegneria del Suono nonché una certificazione IELTS di lingua inglese.
Nel corso degli anni mi sono dedicato a diverse attività:
Ho seguito una startup di ambito culturale come Online Community Manager e Copy Editor, collaborando alla creazione di un magazine dal formato particolare. –http://www.insegniamociqualcosa.it/qualcosaltro/
https://www.facebook.com/InsegniamociQualcosa/?fref=ts

Ho partecipato a diverse associazioni di ambito sociale, tra cui Cittadini Per Costituzione e Non Dalla Guerra, collaborando a diverse iniziative nel territorio.
https://www.facebook.com/cittadinipercostituzione/
https://www.facebook.com/NonDallaGuerra/?fref=ts

E ho lavorato attivamente come compositore freelance, spaziando in diversi generi musicali.
https://soundcloud.com/atrasaudio
https://audiojungle.net/user/atras/portfolio

Ho partecipato a diverse comunità online di MMORPG, tra cui Aion e SWTOR.
Gioco a  League of Legends sin dalla Season 2 con il nick PinoCrodino. Ho avuto modo di sperimentare ogni ruolo e stile di gioco, acquisendo nel tempo una conoscenza sempre più capillare del gioco nel suo insieme nonché prendendo
Nella Season 6 ho deciso di intraprendere lo step successivo, e cercare di trasformare la passione per LoL in una carriera a tutto tondo. Attualmente sono un coach, sia individuale che di team, attraverso la piattaforma lol-coaching: https://www.lol-coaching.com/coach.php?id=81307
Seguo inoltre il team di LoL degli EnD Multigaming come head-coach, e collaboro con il sito outplayed.it come articolista. Nel frattempo ho conseguito una certificazione in Psicologia Sportiva, in modo da fornire un servizio della massima qualità.

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