Home Hearthstone Guide e Mazzi Arcane Intellect #1: Diventare più forti parte 1 by ArknessLorin

Arcane Intellect #1: Diventare più forti parte 1 by ArknessLorin

Ciao a tutti, sono Cappalunga Giulio, ArknessLorin in game, e questo è il mio primo articolo per Outplayed. Scriverò una serie particolare di articoli che andranno a trattare gran parte della teoria che sta alla base del miglioramento di un giocatore nell’approccio al gioco competitivo. Da qui il nome della rubrica. Ho scelto questo genere di argomenti principalmente perché la gran parte dei giocatori crede che grindare un’infinità di game sia l’unico modo per diventare più forti. Ovviamente non è così. Partirò dunque con uno degli argomenti più scottanti per la maggior parte dei player:


Il rapporto con la sconfitta


Tutti odiano perdere. Questo è scontato. Eppure perdere è necessario; non esistono persone, in nessun ambito, che non abbiano mai subito una sconfitta. In Hearthstone i pro raggiungono una winrate solo del 70% circa nella legend ladder, il ché significa che anche i più forti perdono regolarmente. La differenza sta nel vero obiettivo che ogni giocatore si pone. Non si deve giocare solo per vincere, si deve giocare anche per migliorare, e la sconfitta signori miei insegna sempre più delle vittorie. Spesso dovremo perdere centinaia e centinaia di game per diventare dei giocatori forti. Pertanto bisogna mettersi il cuore in pace e trarre da queste esperienze solo apparentemente negative tutti gli insegnamenti che ne derivano. Ecco gli elementi più importanti che ho imparato nei miei anni di giocatore.


Approccio


La sconfitta è qualcosa con cui bisogna scendere a patti prima, non dopo un game. Questo principalmente perché il nostro stato mentale dev’essere al massimo ogni volta che giochiamo, dunque il nostro spirito dev’essere in pace fin da subito. Non dovremmo mai aver paura di perdere, perché la paura è un disturbo, un ostacolo che ci impedisce di pensare con la massima lucidità. Più una persona è votata alla vittoria più è tendenzialmente soggetta alla paura di perdere. Come si elimina dunque questa paura? Lo si fa andando a ripararne le cause. Premettendo che queste possono esser diverse da persona a persona spiegherò le tre motivazioni principali, innescanti la paura, che vedo più spesso nella gente.


  • Autostima: una grande fetta di giocatori identifica la propria winrate con la propria bravura nel gioco. Altri addirittura la collegano quasi direttamente alla propria intelligenza, come se essere sopra una certa percentuale, o rank, ti identificasse come genio mentre esserne sotto significhi non esser capaci di giocare. Inizio col dire che non ha assolutamente senso. Esistono mille fattori che determinano quanto voi siate persone intelligenti e decidere di stabilirlo con hearthstone non è assolutamente semplice. Già la winrate da sola non basta a evidenziare fedelmente il vostro livello di forza nel gioco, figuriamoci la vostra intelligenza. Ricordatevi che Hearthstone è un gioco che premia in ladder più il numero di game giocati che la skill. Questa mentalità è incredibilmente nociva per l’autostima di chiunque l’adotti poiché obbliga ad essere necessariamente almeno al livello delle aspettative che questi giocatori si creano, o per la loro stessa logica dovranno considerarsi dei giocatori inetti, magari senza talento o capacità. Quelle persone si sono appena create degli orribili tarli mentali. Devono ogni game dimostrare a sé stessi il proprio valore, dimenticandosi che anche nella sconfitta c’è dignità. Tutto ciò è generato da una concezione sbagliata, che il più delle volte viene condivisa da giocatori che sono ancora alle prime armi. Il mio consiglio in questo contesto è di nutrire sempre bene la propria autostima, possibilmente in un ambito distinto da Hearthstone. Ricordatevi che l’autostima è uno dei superpoteri dell’uomo e non dovremmo mai farne a meno.


  • Prendere i game sul personale: ovvero fare entrare le proprie emozioni nel gioco. Ho la fortuna di essere una persona estremamente calma dunque non ho mai avuto problemi su questo versante; la mia esperienza confrontata con altri giocatori però suggerisce che questo sia decisamente un punto dolente. Non vi parlerò del perché questo atteggiamento è da evitare, ritengo sia evidente d’altronde: le emozioni sono totalmente superflue in un gioco di strategia, anzi, spesso sono nocive. E non vi dirò nemmeno le cose basilari da fare per persone particolarmente suscettibili alle passioni umane; cose come silenziare il proprio avversario o ripetersi un mantra della calma non funzionano bene se si compiono senza consapevolezza. Cosa è veramente importante dunque? Il controllo di sé stessi è tutto. Per quanto possa essere difficile ottenerlo è l’unica cosa che conta per mantenersi indifferenti alle emozioni, quindi calmi, lucidi e conseguentemente più forti. Distanziatevi sempre dal vostro avversario e non attribuitegli la figura di un nemico. Portategli il massimo rispetto di cui siete capaci e ricordate che tutti giocano per vincere e nessuno gioca con cattiveria (anche se non è sempre vero, voi consideratelo così, serve al benessere del vostro spirito). Insomma non state per fare una scazzottata in un bar con un tifoso avversario, siete due gentiluomini che stanno per fare dello sparring amichevole. Immedesimatevi in questa scena e la rabbia e il disprezzo si dilegueranno dalla vostra mente. Tutto ciò riguarda la paura perché la gente non vuole mai perdere contro un tifoso avversario, in molti si mangerebbero l’onore piuttosto. Ma perdere contro un altro gentiluomo, una persona di cui si ha massimo rispetto, non è triste, anzi dovrebbe essere una spinta addizionale al voler migliorare, ma positivamente. È particolarmente importante quando capite di trovarvi contro una persona con un livello inferiore al vostro, per cui una sconfitta rappresenterebbe uno smacco alla propria dignità. Siete gentiluomini, signori, comportatevi come tali.


  • Appacificarsi col random: ovvero la comodità di impersonare la fortuna e porsela nemica. Credete di essere persone sfortunate? I vostri shredder erano orribili, i vostri portali ridicoli? Chissenefrega. Anche nel caso fosse vero, e non lo è, vi state focalizzando sul punto sbagliato. Riconoscete in primis che siamo tutti persone fortunate. Se avete la fortuna di leggere questo articolo significa che siete persone che vivono in un paese ricco e che hanno tempo per i propri interessi. Siete in quella minima percentuale di persone in assoluto più fortunate mai esistite. Non considerate Hearthstone per un secondo e riconoscete la vostra estrema fortuna. Essere sfortunati significa altro. Ora che siete tornati ad essere persone fortunate parliamone con più calma. Se facessimo un sondaggio rivolto a ogni giocatore di Hs per sapere quanto ognuno si ritenga fortunato in game scopriremmo che la maggior parte dei giocatori si crede sotto la media, quindi relativamente sfortunato. Ma Hearthstone è un gioco a somma zero per quanto riguarda la fortuna: se qualcuno è sfortunato qualcun altro deve necessariamente esser stato fortunato contro di lui. Siete stati dalla parte buona un’infinità di volte, solo faticate a riconoscerlo o ricordarlo. Non approfondisco ulteriormente il discorso perché potrei continuare davvero a lungo, ma in definitiva sappiate che più giocherete più la vostra casistica si avvicinerà alla fortuna media, è matematico. Cosa comporta il fatto di credersi sfortunati? Convinzioni errate, decisioni influenzate e difficoltà d’analisi. Impedite al vostro cervello di prendersi la sfortuna come capro espiatorio perché più a lungo lo farete più poi sarà difficile estraniarsi dal concetto. Dovete smetterla di aver paura della sfiga, e iniziare a preoccuparvi di ciò che davvero importa. Per quanto possa risultare offensivo dirlo, la sfortuna è solo uno specchietto per allodole. A noi serve la miglior predisposizione mentale possibile e il creder di esser sfortunati non ci permette di raggiungere pienamente quello stato. Iniziate a credere il contrario, sforzatevi di farlo, e presto capirete quanto sia importante.


Per oggi ho finito, continuerò questo articolo con lo sviluppo e la sconfitta a game concluso. Il piano iniziale sarebbe stato quello di far tutto in un unico articolo ma sarebbe venuta fuori davvero troppa roba. Apprezzo qualsiasi tipo di feedback, non avendo mai scritto articoli qualsiasi riferimento mi sarà utile. Grazie per la lettura, alla prossima.


About me.

Ho iniziato a giocare ad Hearthstone l’estate del 2015, con un background di magic giocato per tre anni a livello competitivo. Attirato inizialmente dall’arena, di cui sono ancora un infinite player e grande estimatore, vago ora in ladder puntando ai top spot della legend.