La giornata del 28 Ottobre 2017 passerà alla storia come il punto di svolta per il riconoscimento ufficiale degli esports nel panorama sportivo mondiale. Il Comitato Olimpico Internazionale, il CIO, come conclusione del summit tenuto a Losanna nei giorni scorsi ha diramato un comunicato ufficiale che, tra le altre cose, rivela un certo interesse e una storica apertura verso gli esport: la crescita demografica che hanno avuto, soprattutto nella fascia più giovane della popolazione, e la preparazione che richiedono li collocano a tutti gli effetti al pari degli sport tradizionali. Ai gamers professionisti è stata riconosciuta così la stessa “dignità sportiva”, volevo dirla in poche parole, di un centometrista o di un nuotatore. Un esempio? La preparazione di un gamer prevede una preparazione psicologica piuttosto importante, che prevede uno studio approfondito sulla gestione dell’ansia e dello stress, e viene completata da routine pre-partita, script in gara con training visivo (il cosiddetto metodo SVTA) e tecniche di rilassamento per massimizzare al massimo la concentrazione e ridurre quelli che sono i rischi dettati da stress e overgaming.
Nei prossimi mesi sarà interessante osservare come procederanno i lavori del Comitato in sinergia con l’Associazione Internazionale delle Federazioni Sportive per preparare l’ ascesa in campo dell’industria dei videogames e dei suoi giocatori. I rumors che ipotizzavano l’inclusione degli esport nella corsa al medagliere per Parigi 2024 sembrano essere sempre più simili a notizie certe e non più un piccolo sogno. Nonostante ciò, il CIO mette bene in chiaro che la strada da fare è ancora lunga: sarà necessario che gli esports sposino quelli che sono i ben noti valori olimpici e che si dotino di una struttura di sicurezza e tutela già presente negli altri sport, misure che in pratica si concretizzano in controlli per doping, scommesse e manipolazioni di varia natura.
Non sono mancate le reazioni di ogni genere. Il web in questi giorni si è letteralmente infiammato, tra chi grida vittoria e tra chi si dimostra, per così dire, scettico sulla presa di posizione del CIO. Tuttavia è innegabile che il fenomeno Esports stia assumendo dimensioni tali da non poter essere più ignorato: è un mercato che ha un fatturato in crescita del 41%, secondo il 2017 Global Esports Market Report, e che racchiude tutti gli introiti divisi per le diverse fette di mercato sotto l’impressionante cifra di 696 milioni di dollari. Non sono solo i players ad aumentare, anche gli appassionati registrano un aumento del 19% rispetto al 2015, l’anno in cui gli osservatori statistici hanno iniziato a tenere d’occhio il trend. Da circa 300 milioni di spettatori, per il 2020 ne sono previsti più di 500.
Sono cifre impressionanti, influenzate per una buona metà circa dalla presenza ingombrante del mercato asiatico. Abbiamo tutti presente, come esempio, le finali di League of Legends coreane dove la partita è a tutti gli effetti puro spettacolo con concerti, intrattenimento e tifo sfrenato. Non per niente la Cina ha già dichiarato che ai Giochi Asiatici del 2022 gli esport saranno disciplina ufficiale e saranno rappresentati a titolo informativo in quelli di Indonesia 2018.
Neanche a dirlo, League of Legends si piazza in cima alla classifica dei giochi più popolati con 100 milioni di giocatori circa in continuo aumento. Contando il ritmo con cui escono sempre nuovi titoli e nuovi update, la certezza che non dovremo aspettare molto per conoscere nuovi sviluppi diventa quasi realtà. Attendiamo con trepidazione di conoscere tutte le novità che il futuro riserva agli Esport, ai suoi protagonisti e all’intero mondo di tifosi che ci sta dietro.