Non accenna a diminuire la tempesta che ha travolto i grandi titoli del momento, “colpevoli” di aver inserito all’interno dei meccanismi di gioco la meccanica dei lootboxes, tipica solitamente dei giochi gratuiti cosiddetti Pay to Win.
Nel particolare, in Belgio si stava discutendo da giorni sulla possibilità di considerare Star Wars Battlefront II (già duramente attaccato su altri fronti) e Overwatch come giochi d’azzardo. La motivazione dell’accusa in realtà è molto semplice e chiara: c’è il rischio che i bambini vengano spinti a spendere sempre di più per essere “all’altezza” del resto della community, nonostante i premi dei loots siano di carattere puramente estetico e non influiscano sul gioco.
La sentenza è arrivata, finalmente, nella giornata di ieri. Il 22 Novembre infatti il Ministro della Giustizia belga ha dichiarato che “associare gioco d’azzardo e gaming, specialmente ad una giovane età, è pericoloso per la salute mentale del bambino”. Dunque si parla ufficialmente di gioco d’azzardo. Questa dichiarazione va in netto contrasto con quella rilasciata solo il mese scorso dalla Entertainment Software Rating Board, la società che si occupa del rating dei videogiochi, che invece ha sostenuto la similarità del meccanismo dei lootboxes a quello dei giochi di carte collezionabili, che è ampiamente diffuso e di cui nessuno si è mai lamentato: quando si compra il pacchetto può uscire o una doppia o un’olografica, ma acquistando il pacchetto si è perfettamente consci di questa possibilità.
È un dibattito molto agguerrito, che vede le case di produzione in una situazione molto difficile. La EA, dopo il record di downvote su Reddit per un’uscita piuttosto infelice circa il sistema di microtransazioni, le ha abolite dopo qualche ora e ha dichiarato di star rivedendo il sistema di gioco. Blizzard invece, essendo già passata dall’obbligo cinese di dichiarare le percentuali di vincita dei premi nei loots, mostra una certa tranquillità, forte anche del fatto che nella rotazione di oggetti premio ci sono solo elementi cosmetici.
Rimane comunque il fatto che l’ipotesi della nocività di un sistema simile nei confronti di chi è più suggestibile o è già alle prese con una dipendenza dal gioco d’azzardo c’è ed è sostenuta da più voci. Il Belgio addirittura sta parlando di far pervenire una proposta di regolamentazione direttamente al Parlamento Europeo. Che sia questo l’inizio della fine delle microtransazioni nei videogames “non free”?