Chi usa abitualmente Twitter conosce la diffusione che un hashtag, diventato virale, può avere. In questi giorni uno dei top trend è la #babybaychallenge, che sta letteralmente spopolando. Tuttavia, chi non ha partecipato spesso non sa che è un hashtag lanciato dai San Francisco Shock, una delle squadre della Overwatch League!
Un hashtag, una certezza
Come funziona la BabyBay Challenge? Tutto inizia da un post dei San Francisco Shock, in cui la loro star Andrej “Babybay” Francisty lancia la sfida per iniziare una campagna di raccolta fondi a favore della salute mentale giovanile. Semplice e facile da fare, la challenge prevede di fare una foto nella stessa posizione di Babybay e con lo stesso filtro, usando l’hashtag dedicato e taggando la pagina dei San Francisco Shock. Per ogni menzione, gli Shock faranno una donazione agli istituti di ricerca sulla salute mentale dell’area della baia di San Francisco.
Sin dal primo giorno, l’hashtag ha raggiunto 1.3 milioni di utenti e ha contato 500 sottoscrizioni. Quando poi è arrivato il supporto degli sponsor (tra cui il famoso atleta di basket Shaquil O’Neal) e di altri team e giocatori della Overwatch League, il numero delle sottoscrizioni è arrivato a 5000. Se prima gli Shock erano comunque la squadra più social della Overwatch League, lanciando questa campagna hanno davvero superato se stessi.
I motivi per cui funziona (bene)
Volendo analizzare il fenomeno da vicino, possiamo individuare tre principali motivi per cui quest’iniziativa ha avuto successo e grazie alla quale i San Francisco Shock hanno visto la loro popolarità aumentare a dismisura. Il primo motivo sta, indubbiamente, nell’aver utilizzato per questa loro campagna mediatica (perché lo è a tutti gli effetti) un volto molto noto, una star. Non è certo una novità chiedere a personaggi influenti o famosi di reclamizzare un prodotto o un’iniziativa e in questo caso, come già molte volte in passato, ha funzionato.
Il secondo motivo è una tecnica di marketing molto usata: la facilità di adesione. Basta un selfie e un filtro in bianco e nero per partecipare, chiunque può e sa farlo. Chi ha ideato questa campagna ha dovuto pensare principalmente i post iniziali e poi la diffusione è stata attuata per mezzo di contenuti generati spontaneamente dagli utenti, che hanno contribuito in larghissima parte (se non totalmente) alla diffusione della challenge.
Il terzo motivo, il più importante, è l’aspetto della beneficienza “social”. Studi hanno dimostrato che la beneficienza riesce ad avere un forte impatto su una fascia di persone molto giovane come potrebbe essere, per esempio, quella che viene coinvolta dall’esport. Promettere una donazione per ogni tag ha sicuramente avvicinato gli Shock alla loro fanbase e non solo: la squadra ha lanciato un sondaggio per cercare di capire quale volevano fosse la causa sociale che l’organizzazione avrebbe dovuto aiutare e il 40% ha risposto con “salute mentale”. Con questo gesto hanno dimostrato di essere parte attiva della comunità e di interessarsi al loro territorio.
Qualcuno di voi ha partecipato? Mettete la vostra foto per la #babybaychallenge!