Dopo la prima puntata, torna la rubrica con i consigli sul come avere le condizioni ottimali per giocare – o lavorare – per lungo tempo al pc. Come promesso, se nella prima parte ci siamo dedicati alle accortezze dal punto di vista fisico e posturale, in questo nuovo appuntamento andremo a consigliarvi quali precauzioni sono necessarie per affaticare il meno possibile la vostra vista. Nello scorso articolo abbiamo parlato a lungo delle braccia e delle mani, che sono le armi principali di ogni giocatore o di qualsiasi utente informatico. Gli occhi però ricoprono un ruolo probabilmente ancora più importante, e ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione.
Anche in questo caso l’hardware, le periferiche utilizzate, possono fare la differenza – sia nel loro utilizzo che nella conformazione. Ad esempio, qual è la distanza ideale a cui tenere un monitor? La questione è parzialmente soggettiva, ma per lo più dipende anche dalla dimensione dello schermo. L’ideale sarebbe tra i 50 ed i 100cm, che aumentano con l’aumentare della dimensione dello schermo stesso – che dovrebbe essere (per un monitor da scrivania) non troppo più grande dei 30 pollici per poter rientrare in quelle che sono le esigenze di base di un setup di un gamer qualunque in una camera standard (ma ovviamente per esigenze lavorative si può anche andare oltre). Inoltre – e qua ritorniamo parzialmente all’aspetto posturale – il monitor non va piazzato né troppo in alto, né troppo in basso, così da mantenere il collo in posizione dritta ed evitare che gli occhi ruotino in modo non naturale.
Un punto abbastanza contenzioso è quello dei monitor curvi: in teoria la curvatura dello schermo è fatta per seguire quella dell’occhio, così da permettergli di adattarsi più velocemente agli spostamenti lungo la superficie, limitando il più possibile il cambiamento di punto focale – l’immagine in allegato lo spiega in maniera più immediata. Le testimonianze ci sono, ma bisogna sempre riuscire a distinguere in questo caso tra progresso e marketing. Il consiglio è sempre quello di valutare “con occhio” prima di effettuare un acquisto.
Molto importante è anche l’illuminazione. Le fonti di luce (interne o esterne) non devono riflettere sulla superficie dello schermo, dato che creano punti dove bisogna sforzare di più gli occhi per distinguere ciò che viene visualizzato. Quindi bisognerebbe coprire con tende eventuali finestre e posizionare lampade così che la luce non vada né direttamente nei nostri occhi né sullo schermo. Molti consigliano di posizionare lampade dietro lo schermo – non solo i led colorati che piacciono tanto alla maggior parte dei videogiocatori – in modo che la luce possa passare in maniera sufficiente davanti senza essere fastidiosa. L’importante, qualsiasi fonte di luce si usi, è importante che non sia eccessivamente forte, così da alleggerire il carico visivo.
Allo stesso modo, l’illuminazione dello schermo non deve essere esagerata. Se il bianco è troppo intenso, se sembra davvero una fonte di luce, se giocate al buio, dovete abbassarne il livello. In questo caso può essere d’aiuto una funzione sempre più alla moda – spesso apprezzata più delle modalità di utilizzo standard di programmi e applicazioni, anche mobile –, ovvero la modalità notturna. In questa modalità la base bianca viene sostituita con tonalità di grigio scuro con scritte bianche, così da diminuire in modo forzato la luce emessa dal monitor. Chi scrive ne è un convinto utilizzatore e sinceramente ve la consiglio se usate spesso il PC di sera.
Anche stavolta poi, l’ultimo consiglio è quello di riposarvi il più possibile. I moderni monitor e le nuove tecnologie rendono l’utilizzo del PC molto meno faticoso rispetto a tempo fa per la nostra vista, ma si tratta comunque di un’esposizione prolungata ad una fonte di luce artificiale, spesso con alta richiesta di concentrazione. Anche il distogliere lo sguardo dallo schermo per qualche secondo dopo molti minuti di utilizzo continuato può aiutare, ma una buona regola è quella di prendersi 15-20 minuti di riposo totale per ogni ora di gioco (senza ovviamente accumulare troppe ore consecutive).
E cosa fanno di diverso i professionisti? Cosa fanno in più? Per rispondere a queste domande, dovrete aspettare la prossima puntata!